marina del cantone
Campania,  Diario di viaggio,  Italia

Marina del Cantone: sole e mare a Massa Lubrense

Anche se l’estate è quasi terminata, il mio animo è ancora portato a sognare il mare. Per qualche giorno voglio ancora pensare all’estate trascorsa, senza proiettarmi già all’autunno.
Per questo oggi passo la parola a Enrico che vi porta a Massa Lubrense, una splendida cittadina di mare situata proprio a metà tra il golfo di Napoli e quello di Salerno. Immaginate il classico paesino del sud, quello che si vede nei film. Un paese dove si possono ancora scorgere i pescatori al mattino con il loro pescato, il paesino leggermente arroccato e le stradine in pietra, un paesaggio ricco di colori e panorami mozzafiato.

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In viaggio verso Massa Lubrense

Una nuova avventura inizia, la mia prima nel sud della nostra amata italia. In realtà sto parlando di una viaggio che feci parecchi anni fa. L’obiettivo era quello di portare a termine una serie di immersioni al fine di ottenere una specializzazione. L’obiettivo reale, praticamente di tutto il gruppo, in realtà era quello di spassarsela per una intera settimana tra mare e sole, in una delle località più suggestive della regione campana.

Sveglia all’alba!! Il mezzo di trasporto principale per stare dentro con i prezzi di allora era sicuramente il treno. Per raggiungere Milano Centrale ci mettemmo già una vita, in quanto non esistevano (e non esiste tutt’ora) un treno diretto dal mio paese al capoluogo lombardo.
Una volta riassemblato il gruppo, ecco che in lontananza arriva il nostro treno. Classico treno anni ’80-’90 con le cabine letto ridotte parecchio male. Il viaggio sarebbe durato tutta la notte. Non avevo mai dormito in “orizzontale” prima di quel giorno in un letto sporco e maleodorante di un treno. Facile pensare che non chiusi affatto occhio quella notte. Nella mia mente fantasticavo a quante bellezze avrei visto una volta arrivati a destinazione.

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Ci siamo quasi…

Proprio in quel momento superammo Roma e da quel momento il semplice viaggio su un treno si trasformò in un’avventura vera e propria. Sembrava che da un momento all’altro avessero aumentato la distanza dei giunti e che gli stessi binari fossero montati “alla buona”. Ad ogni singola curva, ad ogni singolo saliscendi, sembrava di stare su un ottovolante che stava per deragliare. Chiaramente le risate non mancarono e la notte volò velocemente.

Alle 6:30 in punto una voce forte e prepotente cominciò ad urlare nel corridoio: “Sveglia! Sveglia!”. Qui la regola dei “ancora 5 minuti” chiaramente non valeva.

Dopo circa due ore arrivammo in stazione Napoli Centrale. Io e il mio gruppo dovevamo cercare un certo Pasquale, l’autista del pullman che ci avrebbe dovuto portare alla nostra tanto desiderata meta: Marina del Cantone (Massa Lubrense).

Napoli centro e Marina del Cantone distano 65 km, che tradotti in tempo sono la bellezza di un’ora e quaranta, traffico permettendo. Facile da intuire che arrivammo a destinazione distrutti.

Sistemazione al Villaggio Nettuno

Per un gruppo di sub agguerriti come noi, la soluzione migliore è stata sicuramente quella di prenotare al Villaggio Camping Nettuno. Avevamo prenotato una decina di bungalow e devo dire che ci siamo trovati più che bene.
La vera perla di questo villaggio però è data dallo stesso Diving. Abili dive master ci avrebbero seguito per l’intera vacanza, dotandoci di tutta l’attrezzatura necessaria, ossia bombole cariche ad ogni immersione e il trasporto con la barca.

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I bungalow erano semplici, ma allo stesso tempo molto puliti e confortevoli. Essendo tutti sistemati in collina si poteva ammirare la stupenda vista sul mare e sulla costa.
La colazione veniva anticipata rigorosamente da un buon caffè fatto sul momento con la moka e assaporato nella verandina vista mare del bungalow. Una sensazione stupenda e difficilmente ripetibile.

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Una volta riempito lo spirito e i polmoni di iodio, si procedeva come formichine a raggiungere il ristorante per la prima colazione. Colazione richissima di specialità locali, fritte e non, frutta e ulteriore caffè.

I briefing e le immersioni

Dopo essersi riempiti per bene la pancia, mi recavo come il resto dei compagni d’avventura al diving, dove i nostri efficienti istruttori ci facevano il briefing della giornata. In poche parole ci introducevano e spiegavano nel dettaglio le due o tre immersioni giornaliere, i dettagli e le difficoltà.
Le condizioni del mare, anche se è una cosa scontata, influirono parecchio. Mi ricordo come se fosse ieri, che il mare non fece per niente il bravo, ma ci lasciò comunque affrontare in sicurezza tutte e dodici le immersioni.
Una volta ultimato il briefing ci preparavamo, ognuno con il suo fidato compagno. Un’ape car caricava tutta l’attrezzatura “pesante” e ce la portava direttamente al molo, mentre noi già con la muta, scarpette e piombi indossati, dovevamo percorrere a piedi i 400 metri che separavano il villaggio dal porticciolo.

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La barca che ci avrebbe scarrozzato per tutta la settimana era un po’ particolare. Io non me ne intendo assolutamente di imbarcazioni, ma a dire dei più esperti si trattava di una ex barca di salvataggio “riadattata” a quel fine. Il problema è che il fondo di questa barca era talmente tondo che alla minima onda quest’ultima si impennava in tutte le direzioni. Ora non vorrei scendere nei dettagli…ma potete capire che con una bella colazione fritta nello stomaco non sia il massimo.

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Non avevo particolari aspettative sulla qualità dei fondali, ma mi sono dovuto ricredere già dalla primissima immersione. Non tanto per la profondità o per la qualità in sè del fondale, quanto per la varietà sconvolgente di pesci. Non avevo mai visto fino a quel giorno così tanti scorfani, stelle marine e seppie.

Punta Campanella e le grotte sommerse

Durante le varie giornate che susseguirono raggiungemmo la nota area marina protetta “Punta Campanella”.
Davvero notevoli da vedere sono anche state le due grotte sommerse. La prima, la Grotta di Mitigliano, ha l’ingresso molto ampio, a circa dieci metri di profondità e si addentra nella roccia con un alto corridoio nelle cui nicchie vivono intere famiglie di triglie. La seconda, la grotta dello Zaffiro, è così denominata per la particolare colorazione che assume l’acqua al suo interno, è certamente la più bella ed interessante della penisola.

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Cosa trovare nelle vicinanze

Ogni sera il villaggio ci offriva cena all’aperto vista mare e musica giusto per smaltire. Per due serate ci siamo regalati una cena fuori al ristorante sul mare del grazioso borgo.

Una sera decidemmo addirittura di organizzare una giterella fuori porta alla magica Positano utilizzando la barca del diving. Dopo poco più di mezz’ora raggiungemmo la nota località turistica in una cornice da cartolina. Ma di questo ne parlerò in un altro post.

Riassumere in poche parole Marina del Cantone: affascinante, selvaggia, comoda per fare immersioni e a poca distanza dalle magiche Capri, Anacapri, Procida, Ischia e chiaramente Napoli. Manca solo un elemento a tutto questo…l’inquietante sguardo del Vesuvio, che come un unguento perfetto unisce tutte queste famose località.



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